Skip links

chi siamo

La Società di Letture e Conversazioni Scientifiche, fondata nel 1866, è uno dei più antichi sodalizi culturali di Genova. Per decenni ha svolto un ruolo primario nella vita culturale della città e oggi continua la sua attività nello spirito della sua tradizione.

I luoghi

Così ricordava Arturo Issel, uno dei fondatori: “Al principio del 1866 parecchi giovani amici usavano riunirsi a geniale convegno una volta alla settimana nella mia abitazione. Allo scopo di offrire ai miei ospiti un passatempo, oltre a quelli forniti dalla conversazione e dal sigaro, raccoglievo sul tavolino un buon numero dì riviste e di giornali illustrati. Questa circostanza suggerì a taluno dei presenti il pensiero di riunirci più spesso, non solo per conversare, ma anche per leggere e tutti convennero che sarebbe stato opportunissimo. L’iniziativa partì da Giovanni Ramorino, allora assistente presso il Museo di Storia Naturale della Regia Università, che a fine giugno del 1866 raccolse le firma di 40-50 aderenti per la costituzione della Società … e trovò il desiderato Gabinetto di Lettura nel retrobottega del libraio in via Nuovissima”.

Ma i soci aumentano velocemente e già l’anno successivo il retrobottega della libreria Beuf non è più sufficiente. La prima sede indipendente del sodalizio è Palazzo Spinola nella via Nuova, ma anche questa si mostra presto inadatta ad accogliere il pubblico che partecipa numeroso alle iniziative della Società. In occasione di una conferenza Sulle scimmie antropomorfe si prevede un pubblico così folto che il Presidente decide di far abbattere un muro divisorio per trovare maggior spazio. Il padrone di casa indignato intima lo sfratto.

La nuova sede sarà quella definitiva e ‘storica’: al numero 6 di piazza Fontane Marose, nel Palazzo di Giacomo Spinola (attuale Palazzo del Banco di Sardegna) inizialmente al primo piano (1878-80), poi dal 1880 al secondo, dove oggi una lapide resta a ricordare l’antica destinazione.

le personalità

La Società di Letture era espressione di un ceto medio-alto di notevole caratura intellettuale, impegnato a tradurrei progressi della scienza in scelte amministrative concrete, con un’importante opera di svecchiamento della cultura di governo della città. Gli iscritti passano dalla cinquantina di promotori dell’anno di fondazione (1866) fino ai 680 del 1890: sono soprattutto professionisti e docenti universitari, ma anche commercianti e negozianti accanto a banchieri e membri dell’aristocrazia, con una notevole presenza di soci giornalisti.

I fondatori sono uomini di scienza, espressione della cultura positivista di quegli anni: fra loro Arturo Issel, allora giovane naturalista, già professore di geologia all’Università di Genova, futuro geografo ed esploratore del Mar Rosso.

La figura e l’attività di Jacopo Virgilio (presidente onorario dal 1872 al 1892) segnano il primo periodo di vita della Società che le aveva guadagnato adesioni, consensi, prestigio e influenza ben oltre l’ambito cittadino. Quella di Enrico Morselli, psichiatra, neuropatologo e filosofo, figura di assoluto rilievo nel positivismo italiano, è stata la più lunga presidenza effettiva nella storia della Società (dal 1899 al 1910) e ne ha improntato nel profondo tutta l’attività, che la “Rivista Ligure” riflette e documenta puntualmente. Gli orizzonti si allargano e accanto agli interessi più specificatamente socio-politico-economici, acquistano maggior spazio quelli umanistico-teorici.

Molte altre illustri personalità hanno attraversato la storia del sodalizio. Nel 1912 Filippo Tommaso Marinetti teneva presso le Letture Scientifiche una conferenza sul Futurismo, dando lettura, dinanzi ad un folto pubblico, del ‘Manifesto della donna futurista’. Nei primi anni venti Eugenio Montale, socio attivo e assiduo frequentatore, usava dare appuntamento all’amico pittore Oscar Saccorotti presso la Società, in quegli anni particolarmente attraente per intellettuali e artisti a motivo della ricchissima biblioteca, nonché luogo letterario e artistico di varia frequentazione (come testimoniano le tele di Armando Barabino e Paolo Rodonach). A Eugenio Montale è oggi dedicata la Sala Conferenze della Società di Letture, in Palazzo Ducale.

Fra gli uomini che ne hanno segnato le vicende, sono molti i nomi illustri: Anton Giulio Barrili, Paolo Emilio Beasi, Nino Sirio, Ruggero Bonghi, Giosue’ Carducci, il duca di Galliera, Angelo de Gubernatis, Antonio Fogazzaro, Giuseppe Garibaldi, Arturo Issel, Marco Minghetti, Enrico Morselli, Theodor Mommsen, Eugenio Montale, Vilfredo Pareto, Federico Ricci, Paolo Rossi, gli armatori Piaggio e Rubattino, Aurelio Saffi, Quintino Sella, Giuseppe Verdi, Jacopo Virgilio.

Quando nel 1917, in piena guerra, la “Rivista” cessò le sue pubblicazioni, si concluse anche per la Società il periodo d’oro della sua esistenza. Seguì un lungo periodo di crisi e una difficile battaglia, durante il regime fascista, per la difesa di quella tradizione di indipendenza e di libertà che aveva caratterizzato il sodalizio fin dal suo sorgere.

le idee

Negli anni della nascita politica dell’Italia, la Società è una delle voci più autorevoli che Genova fa sentire presso il governo. Nel 1871 Quintino Sella, allora Ministro delle Finanze, si rivolse alle Letture Scientifiche per avere i verbali delle riunioni in cui si erano discusse le riforme del commercio e della marina. Spesso nelle sale della Società si dibattono questioni allo studio sul piano nazionale: vi si discute il problema della marina italiana in rapporto a quelle europee, presente Nino Bìxio e cinque ammiragli, fra i quali Simone Pacoret Saint-Boni; nel 1876, un mese prima che il problema venga affrontato dal Parlamento Italiano, si dibatte il problema della gestione delle ferrovie, con la partecipazione di Vilfredo Pareto. Nel 1880 Giuseppe Garibaldi, ‘Socio Corrispondente’ della Società, presenta nella sede di piazza Fontane Marose il suo progetto per l’allargamento del porto di Genova.

Eretta a Ente Morale con Regio Decreto nel 1872 e trasferitasi nella sede di Palazzo Spinola in Piazza Fontane Marose, la Società divenne ben presto un vivace centro di aggregazione e di confronto per il ceto dirigente che si riconosceva nell’eredità risorgimentale, e che concepiva la cultura come sapere messo al servizio della crescita civile, fondamentale strumento di progresso del paese e di miglioramento dell’individuo.

Vicina alla Galleria Mazzini, al Teatro Carlo Felice e a Piazza Banchi, la Società era luogo di incontro aperto fino alla mezzanotte, dove era a disposizione dei soci una consistente biblioteca, ricca di volumi e di riviste italiane e straniere.

Sede di dibattiti e conferenze aggiornati sull’ampio ventaglio di idee, teorie e proposte che la cultura tecnico-scientifica-letteria portava all’attenzione di studiosi e uomini impegnati nella politica, dal 1870 li documenta puntualmente sulle pagine di una propria pubblicazione, prima “Le Effemeridi”, poi, dal 1900, la “Rivista Ligure”.

Ben presto era sorta l’esigenza di documentare e diffondere l’attività del sodalizio con una pubblicazione periodica. Fin dal 1870 si era tentata la via di un periodico ‘ad uso interno’, “Le Effemeridi”, poi trasformato in “Bollettino”, che si proponeva essenzialmente di documentare la vita della società. Nel 1894, con l’evoluzione della testata in “Giornale della Società di Letture e Conversazioni Scientifiche”, la Società punta alla redazione di una vera e propria rivista scientifica, capace di recepire con fedeltà e ricchezza l’ampio panorama delle materie e delle riflessioni (dall’arte alla letteratura, dalla tecnologia all’economia) dibattute nel corso delle riunioni sociali. Rivista culturale ad ampio spettro, accoglie saggi di diverso argomento, una cronaca scientifica e letteraria, contributi di economia politica e sociale, sui problemi del porto e dell’industria navale.

Nel 1900, sotto la presidenza di Enrico Morselli, il “Giornale” divenne “Rivista Ligure di Scienza, Lettere e Arti” e cominciò allora la stagione più feconda di questo importante periodico Genovese, capace di fondere senza soluzione di continuità e senza contraddizioni temi di carattere storico-letterario con altri più squisitamente tecnico-scientifici.

La biblioteca

La Biblioteca nasce insieme alla Società di Letture, come suo strumento essenziale per promuovere la conoscenza delle più recenti acquisizioni in tutti i campi del sapere.

Sono dapprima i soci a regalare pubblicazioni, poi le donazioni aumentano e vengono affiancate da una sistematica politica di acquisizioni, tanto che già nel 1871 si contano più di 2.000 volumi, oltre alle riviste nazionali e straniere, che arrivano nel giro di pochi decenni a 10.000 (come attesta l’inventario del 1911). Gli argomenti riguardano soprattutto le scienze storiche, geografiche e naturali, la fisica, la filosofia la medicina, l’economia e le scienze militari, ma anche la letteratura e le arti, man mano che gli interessi culturali evolvono dall’iniziale positivismo a un eclettismo curioso e aperto a un ampliamento di prospettive.

Nel secondo dopoguerra, a causa delle difficoltà economiche attraversate dalla Società, acquisti e donazioni si riducono sensibilmente e si verifica una parziale dispersione del materiale riunito in precedenza in diverse altre biblioteche della città soprattutto nel periodo postbellico. Nonostante questo la Biblioteca della Società di Letture ha mantenuto intatti nel tempo i suoi caratteri peculiari, e si qualifica oggi per l’interesse culturale, bibliofilo e scientifico: 8000 volumi, un’ampia scelta di argomenti, e molte opere preziose, fra le quali il fondo di edizioni cinquecentesche e un nucleo di opere scientifiche, ricchissimo di testi di medicina, geografia, scienze naturali.

Il trasferimento del Società nella nuova sede di Palazzo Ducale (1993) ha consentito di ricollocare e valorizzare tale patrimonio in spazi idonei, e di dotarlo degli strumenti atti alla sua conoscenza e consultazione: la catalogazione per autori e per soggetti con il programma Isis Teca offerto dalla Regione Liguria (in corso), il recente inserimento nel catalogo regionale delle biblioteche liguri, l’apertura alla pubblica fruizione (dal 1999).